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LA FUGA DI ENEA E LA RICERCA DI UNA NUOVA PATRIA

[:it]On demand dal 10 giugno

Dall’Eneide di Virgilio

Adattamento scenico e regia: Mimmo Cuticchio

Opranti: Mimmo e Giacomo Cuticchio

Manianti: Alessandro D’Amico, Tania Giordano, Giuseppe Graffeo

Organizzazione: Elisa Puleo

Ultima produzione anno 2021 non ancora debuttata.

La ricezione del mito di Enea nella cultura europea, dal Medioevo ad oggi, è sconfinata in ogni ambito: dalla letteratura alle arti visive, dal teatro alla musica, al cinema. Quella di Virgilio non è che l’ennesima variante di un mito enormemente complesso, che origina più di mille anni prima dell’Eneide e che nel corso dei secoli ha continuato ad arricchirsi e modificarsi, in una stratificazione di versioni funzionali di volta in volta a rinnovate strategie politiche e identitarie, interessi di città e paesi desiderosi di accreditare un fondatore prestigioso.

Il mito di Enea non è dunque un racconto del passato, al contrario, il profugo virgiliano è tornato a proporsi, in anni recenti, come emblema di altri e non meno drammatici esili. La sua figura di esule, di sconfitto senza patria, si presta ad esprimere la condizione del migrante di oggi, ed è su questi aspetti che il nostro spettacolo focalizza la sua attenzione. Nell’Eneide è rilevante il tema delle contaminazioni e del meticciato, che stanno all’origine della stessa fondazione di Roma, e che accompagnano lo sviluppo e la storia della città in tutte le epoche.

La storia di Enea, la sua ricerca di una patria, tuttavia, è anche storia di violenza e di soprusi, una storia di conquiste sanguinose.

L’obiettivo del nostro spettacolo è quello di far emergere, più che il racconto della guerra – con le sue atrocità e la sua veemenza distruttrice – il valore, l’intrepidezza e lo spirito di sacrificio messi al servizio di un nobile ideale. Dietro l’impalcatura eroica, tuttavia, l’Eneide è un poema profondamente triste, le sue pagine più belle e memorabili cantano di sciagure e di dolori con un tono di pietà e di compassione fraterna.

Le musiche non sono quelle del piano a cilindro, che accompagnano gli spettacoli tradizionali, ma del tutto originali. Strumenti antichi e moderni saranno utilizzati simultaneamente per la realizzazione di una colonna sonora che accompagnerà la progressione dialettica dei fatti rappresentati, seguendo i ritmi di improvvisazione tipici del teatro dei pupi.

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